L'interesse e l'importanza della cosiddetta eresia albigese risiedono nel fatto che, pur avendo "una dimora e un nome locali", la sua dimora effettiva non era locale e il suo nome è fuorviante. La sua origine deve essere fatta risalire a epoche precristiane e i suoi frutti rimarranno nei secoli a venire. Il suo titolo attuale è inesatto e incompleto; inesatto, perché Albi non fu la fons et origo di un movimento che, pur avendo messo radici profonde nel sud della Francia, fu sporadico in tutta l'Europa centrale e occidentale; incompleto, perché il movimento non fu un'unica eresia, ma molte, che sfidavano una rigida classificazione, eterogenee, autocontraddittorie, ma unite nell'opposizione alla Chiesa di Roma. Il fatto che il nome derivi da Albi è un mero accidente della storia, perché Albi non era che una, e non era affatto la città più importante infettata. Il centro della tempesta fu la grande città di Tolosa, che Pietro di Vaux-Sarnai descrive come "Tolosa, tota dolosa", essendo, come aggiunge, raramente o mai dalla sua fondazione libera dall'eresia, i padri la trasmettevano ai figli. L'impatto avvenne in un momento in cui la Chiesa di Roma stava mettendo in campo tutte le sue forze per estendere la sua supremazia spirituale verso nord, e il Regno di Francia i suoi domini territoriali verso sud, e conveniva ai rispettivi interessi unire le forze in una crociata interna contro la Francia meridionale. Tra le macine superiori e quelle inferiori il corpo fu schiacciato, ma "la sua anima continua a marciare". I suoi nemici lo dichiararono un paganesimo di rango (manicheismo), i suoi aderenti la forma più pura di cristianesimo (catarismo). Un'indagine imparziale dimostrerà, a nostro avviso, che nessuna delle due affermazioni può essere confermata. L'imparzialità, tuttavia, non si conserva facilmente. La maggior parte delle prove documentali giunte fino a noi è falsata. La Chiesa considerava suo sacro dovere distruggere tutta la letteratura eretica in quanto pestifera: gli eretici, allo stesso modo, gli archivi delle prime inquisizioni, ogni volta che cadevano nelle loro mani nei loro pochi successi militari, con la motivazione che erano pericolosi per i loro membri e distorsivi delle loro dottrine.
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L'interesse e l'importanza della cosiddetta eresia albigese risiedono nel fatto che, pur avendo "una dimora e un nome locali", la sua dimora effettiva non era locale e il suo nome è fuorviante. La sua origine deve essere fatta risalire a epoche precristiane e i suoi frutti rimarranno nei secoli a venire. Il suo titolo attuale è inesatto e incompleto; inesatto, perché Albi non fu la fons et origo di un movimento che, pur avendo messo radici profonde nel sud della Francia, fu sporadico in tutta l'Europa centrale e occidentale; incompleto, perché il movimento non fu un'unica eresia, ma molte, che sfidavano una rigida classificazione, eterogenee, autocontraddittorie, ma unite nell'opposizione alla Chiesa di Roma. Il fatto che il nome derivi da Albi è un mero accidente della storia, perché Albi non era che una, e non era affatto la città più importante infettata. Il centro della tempesta fu la grande città di Tolosa, che Pietro di Vaux-Sarnai descrive come "Tolosa, tota dolosa", essendo, come aggiunge, raramente o mai dalla sua fondazione libera dall'eresia, i padri la trasmettevano ai figli. L'impatto avvenne in un momento in cui la Chiesa di Roma stava mettendo in campo tutte le sue forze per estendere la sua supremazia spirituale verso nord, e il Regno di Francia i suoi domini territoriali verso sud, e conveniva ai rispettivi interessi unire le forze in una crociata interna contro la Francia meridionale. Tra le macine superiori e quelle inferiori il corpo fu schiacciato, ma "la sua anima continua a marciare". I suoi nemici lo dichiararono un paganesimo di rango (manicheismo), i suoi aderenti la forma più pura di cristianesimo (catarismo). Un'indagine imparziale dimostrerà, a nostro avviso, che nessuna delle due affermazioni può essere confermata. L'imparzialità, tuttavia, non si conserva facilmente. La maggior parte delle prove documentali giunte fino a noi è falsata. La Chiesa considerava suo sacro dovere distruggere tutta la letteratura eretica in quanto pestifera: gli eretici, allo stesso modo, gli archivi delle prime inquisizioni, ogni volta che cadevano nelle loro mani nei loro pochi successi militari, con la motivazione che erano pericolosi per i loro membri e distorsivi delle loro dottrine.