L’intento di questo volume è sottolineare l’importanza del metodo scientifico nel campo della scienza dell’investigazione e, in particolare, della psicologia investigativa.
In quest’ottica, il testo muove dalla fenomenologia dell’omicidio seriale e dagli approcci delle maggiori Scuole che si occupano della costruzione del profilo criminologico, per riflettere sull’uso del metodo scientifico nella definizione del profilo personologico del serial killer. Successivamente si sofferma sul “contributo” che la vittima di un reato seriale – prima, durante e dopo il reato stesso – può dare alle indagini, in particolare attraverso la criminalistica e la medicina legale. Infine, prendendo ad esempio due casi “storici” del panorama italiano degli ultimi decenni – il caso di Gianfranco Stevanin e il caso del c.d. Mostro di Firenze – e attraverso la comparazione delle relative indagini, il testo evidenzia come l’applicazione di un metodo scientifico rigoroso – e di più: rigorosamente falsificazionista – contribuisca in modo significativo al buon esito delle indagini.
Il volume, dal taglio didattico, si rivolge in particolare agli studenti delle Facoltà di Psicologia e Scienze Giuridiche e, per i numerosi approfondimenti, anche a psicologi, criminologi, operatori delle forze dell’ordine e di polizia giudiziaria.
Marco Monzani, giurista e criminologo, è docente di Criminologia alla Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli studi di Ferrara. Fa parte dello staff permanente dell’AIPI (Associazione Italiana di Psicologia Investigativa); si occupa in particolare di vittimologia e di reti di sostegno alle vittime di reato.
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L’intento di questo volume è sottolineare l’importanza del metodo scientifico nel campo della scienza dell’investigazione e, in particolare, della psicologia investigativa. In quest’ottica, il testo muove dalla fenomenologia dell’omicidio seriale e dagli approcci delle maggiori Scuole che si occupano della costruzione del profilo criminologico, per riflettere sull’uso del metodo scientifico nella definizione del profilo personologico del serial killer. Successivamente si sofferma sul “contributo” che la vittima di un reato seriale – prima, durante e dopo il reato stesso – può dare alle indagini, in particolare attraverso la criminalistica e la medicina legale. Infine, prendendo ad esempio due casi “storici” del panorama italiano degli ultimi decenni – il caso di Gianfranco Stevanin e il caso del c.d. Mostro di Firenze – e attraverso la comparazione delle relative indagini, il testo evidenzia come l’applicazione di un metodo scientifico rigoroso – e di più: rigorosamente falsificazionista – contribuisca in modo significativo al buon esito delle indagini. Il volume, dal taglio didattico, si rivolge in particolare agli studenti delle Facoltà di Psicologia e Scienze Giuridiche e, per i numerosi approfondimenti, anche a psicologi, criminologi, operatori delle forze dell’ordine e di polizia giudiziaria. Marco Monzani, giurista e criminologo, è docente di Criminologia alla Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli studi di Ferrara. Fa parte dello staff permanente dell’AIPI (Associazione Italiana di Psicologia Investigativa); si occupa in particolare di vittimologia e di reti di sostegno alle vittime di reato.