Prendendo spunto dal ritrovamento di un vaso policromo del IIè secolo a.
C. raffigurante le varie tappe del cammino dell'anima verso la sua patria celeste secondo la dottrina pitagorica, Bachofen in quest'opera scritta nel 1867 offre un ampio e affascinante quadro della religiosità orfica e delle sue manifestazioni, dalla severa purezza dell'ars bene vivendi et bene moriendi della Scuola Italica alla travolgente sensualità del culto di Dioniso. Egli si ispira a fonti letterarie, quali Plutarco, Porfirio, Cicerone e Macrobio, e soprattutto artistiche: numerosissime sono le testimonianze della pittura vascolare e della scultura funeraria che Bachofen interpreta secondo la sensibilità neoplatonica e neopitagorica come espressioni di un unico pensiero religioso e cosmologico insieme.
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Prendendo spunto dal ritrovamento di un vaso policromo del IIè secolo a.
C. raffigurante le varie tappe del cammino dell'anima verso la sua patria celeste secondo la dottrina pitagorica, Bachofen in quest'opera scritta nel 1867 offre un ampio e affascinante quadro della religiosità orfica e delle sue manifestazioni, dalla severa purezza dell'ars bene vivendi et bene moriendi della Scuola Italica alla travolgente sensualità del culto di Dioniso. Egli si ispira a fonti letterarie, quali Plutarco, Porfirio, Cicerone e Macrobio, e soprattutto artistiche: numerosissime sono le testimonianze della pittura vascolare e della scultura funeraria che Bachofen interpreta secondo la sensibilità neoplatonica e neopitagorica come espressioni di un unico pensiero religioso e cosmologico insieme.