“Aurora boreale è la discesa in un abisso, in cui un’umanità sofferente e sbandata affonda, si corrompe e si distrugge; le immagini ricorrenti sono le crepe che si slabbrano nella realtà ma anche nella mente e nel cuore, e lo scivolare del mondo, dei pensieri, delle sensazioni, della Storia stessa in questo baratro limaccioso in cui tutto si confonde e si altera. La trama esterna si regge sul mancato incontro di Josef Erdman — uomo musilianamente mobile, disponibile e in balia della cose, randagio e “sospetto ai miei stessi occhi”, come egli dice, e non solo alla polizia — col suo collega Jaroslav, presunto uomo d affari come lui, che dovrebbe arrivare e non arriva da Trieste. A poco a poco la città — affascinante, torpida, avvelenata — risucchia il protagonista in un gorgo apatico e violento; intrappolato nelle sabbie mobili di una borghesia decadente e ambigua, Josef Erdman perde la sua personalità, in una discesa agli inferi i cui gironi sono equivoci salotti intellettuali e politici, sudice osterie, nebbiose notti di alcool e di sesso, brute esplosioni di violenza. L’Io si sfalda in una lenta distruzione, in una specie di decomposizione in vita; la sua disperata e torbida storia d’amore con Margherita, fiore sfatto e doloroso della fine, è una grande pagina di poesia, una livida luce struggente che per brevi attimi squarcia invano il buio.”
Description:
“Aurora boreale è la discesa in un abisso, in cui un’umanità sofferente e sbandata affonda, si corrompe e si distrugge; le immagini ricorrenti sono le crepe che si slabbrano nella realtà ma anche nella mente e nel cuore, e lo scivolare del mondo, dei pensieri, delle sensazioni, della Storia stessa in questo baratro limaccioso in cui tutto si confonde e si altera. La trama esterna si regge sul mancato incontro di Josef Erdman — uomo musilianamente mobile, disponibile e in balia della cose, randagio e “sospetto ai miei stessi occhi”, come egli dice, e non solo alla polizia — col suo collega Jaroslav, presunto uomo d affari come lui, che dovrebbe arrivare e non arriva da Trieste. A poco a poco la città — affascinante, torpida, avvelenata — risucchia il protagonista in un gorgo apatico e violento; intrappolato nelle sabbie mobili di una borghesia decadente e ambigua, Josef Erdman perde la sua personalità, in una discesa agli inferi i cui gironi sono equivoci salotti intellettuali e politici, sudice osterie, nebbiose notti di alcool e di sesso, brute esplosioni di violenza. L’Io si sfalda in una lenta distruzione, in una specie di decomposizione in vita; la sua disperata e torbida storia d’amore con Margherita, fiore sfatto e doloroso della fine, è una grande pagina di poesia, una livida luce struggente che per brevi attimi squarcia invano il buio.”