Il romanzo principale del premio Nobel Sigrid Undset è il grande e minuzioso affresco della vita di una donna, ambientato nel Medioevo scandinavo. La vita di Kristin, i suoi amori, il rapporto con il padre, con i figli, con la società del tempo è il filo rosso nell'arazzo che la Undset tese con il realismo e la forza del capolavoro (tra Zola e Dostoevskij). Osteggiata da quel femminismo che lei stessa vedeva votato «al martirio del ridicolo», la figura della scrittrice viene affiancata per statura e valore letterari a quella di un altro Nobel scandinavo, Per Lagerkvist. Scrivendo quest'opera tra il '20 e il '22, la già famosa Undset si convertì al cristianesimo, poiché ne colse la forza di «umanizzazione» della vita privata e sociale. Infatti, nel mondo umanissimo dei suoi personaggi (generosi, peccatori, lavoratori, guerrieri...) nulla è censurato, ma perdonato ed esaltato da uno sguardo positivo al vivere. Ingiustamente dimenticato, rivede ora la luce uno dei capolavori letterari del secolo. Sigrid Undset nacque nel 1882 nell'attuale Danimarca e si trasferì prestissimo in Norvegia. Figlia di un noto archeologo, dopo aver lavorato come impiegata divenne famosa per alcuni romanzi di riuscita e spietata indagine del mondo femminile («La signora Marta Oulie», 1907; «Jenny», 1909). Il suo capolavoro «Kristin figlia di Lavrans» è composto e pubblicato fra il 1920 e il 1922. Si convertì ufficialmente al cattolicesimo nel 1925. Attenta osservatrice della società, fu tra i primi ad avvertire la gravità dell'avvento nazista. Svolse attività di conferenze in Europa e negli Stati Uniti, ove visse esule alcuni anni e conobbe tra gli altri Thomas Mann e Jacques Maritain. Morì a Lillehammer nel 1949.
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Il romanzo principale del premio Nobel Sigrid Undset è il grande e minuzioso affresco della vita di una donna, ambientato nel Medioevo scandinavo. La vita di Kristin, i suoi amori, il rapporto con il padre, con i figli, con la società del tempo è il filo rosso nell'arazzo che la Undset tese con il realismo e la forza del capolavoro (tra Zola e Dostoevskij). Osteggiata da quel femminismo che lei stessa vedeva votato «al martirio del ridicolo», la figura della scrittrice viene affiancata per statura e valore letterari a quella di un altro Nobel scandinavo, Per Lagerkvist. Scrivendo quest'opera tra il '20 e il '22, la già famosa Undset si convertì al cristianesimo, poiché ne colse la forza di «umanizzazione» della vita privata e sociale. Infatti, nel mondo umanissimo dei suoi personaggi (generosi, peccatori, lavoratori, guerrieri...) nulla è censurato, ma perdonato ed esaltato da uno sguardo positivo al vivere. Ingiustamente dimenticato, rivede ora la luce uno dei capolavori letterari del secolo. Sigrid Undset nacque nel 1882 nell'attuale Danimarca e si trasferì prestissimo in Norvegia. Figlia di un noto archeologo, dopo aver lavorato come impiegata divenne famosa per alcuni romanzi di riuscita e spietata indagine del mondo femminile («La signora Marta Oulie», 1907; «Jenny», 1909). Il suo capolavoro «Kristin figlia di Lavrans» è composto e pubblicato fra il 1920 e il 1922. Si convertì ufficialmente al cattolicesimo nel 1925. Attenta osservatrice della società, fu tra i primi ad avvertire la gravità dell'avvento nazista. Svolse attività di conferenze in Europa e negli Stati Uniti, ove visse esule alcuni anni e conobbe tra gli altri Thomas Mann e Jacques Maritain. Morì a Lillehammer nel 1949.