Pubblicato per la prima volta in Cile nel 1998, Di perle e cicatrici raccoglie 70 cronache che Pedro Lemebel, scrittore e artista cileno, personaggio iconico della critica sociale post dittatura, compilò per il programma radiofonico Cancionero di Radio Tierra. Nel loro insieme rappresentano un dissacrante bestiario di chi, vittima, complice o carnefice, ha popolato le strade e l’immaginario cileno nei primi anni di transizione verso la nuova apparente democrazia. Un ventaglio policromo di personaggi che Lemebel tratteggia, a seconda del caso, con crudeltà o dolcezza, senza mai trascurare la propria identità e il proprio punto di vista, quello di chi ha sempre vissuto ai margini, nell’avamposto più estremo dell’esclusione, e da lì ha osservato, vissuto e denunciato una società crudelmente conformista.
«Questo libro viene da un processo, un giudizio pubblico e un Norimberga sputato sui personaggi complici dell’orrore. Per loro, un tetto di vetro, frantumato dallo svelare postumo del loro silenzio opportunista, per altri, omaggi tardivi, forse ancora umidi nella vessazione delle loro ferite. Ritratti, atmosfere, paesaggi, perle e cicatrici che mettono in ordine la recente memoria, ancora recuperabile, ancora intorpidita nella protettiva carezza della sua tiepida forza testimoniale.»
Description:
Pubblicato per la prima volta in Cile nel 1998, Di perle e cicatrici raccoglie 70 cronache che Pedro Lemebel, scrittore e artista cileno, personaggio iconico della critica sociale post dittatura, compilò per il programma radiofonico Cancionero di Radio Tierra. Nel loro insieme rappresentano un dissacrante bestiario di chi, vittima, complice o carnefice, ha popolato le strade e l’immaginario cileno nei primi anni di transizione verso la nuova apparente democrazia. Un ventaglio policromo di personaggi che Lemebel tratteggia, a seconda del caso, con crudeltà o dolcezza, senza mai trascurare la propria identità e il proprio punto di vista, quello di chi ha sempre vissuto ai margini, nell’avamposto più estremo dell’esclusione, e da lì ha osservato, vissuto e denunciato una società crudelmente conformista. «Questo libro viene da un processo, un giudizio pubblico e un Norimberga sputato sui personaggi complici dell’orrore. Per loro, un tetto di vetro, frantumato dallo svelare postumo del loro silenzio opportunista, per altri, omaggi tardivi, forse ancora umidi nella vessazione delle loro ferite. Ritratti, atmosfere, paesaggi, perle e cicatrici che mettono in ordine la recente memoria, ancora recuperabile, ancora intorpidita nella protettiva carezza della sua tiepida forza testimoniale.»