Padiglione Cancro è il romanzo con cui Aleksandr Solzenicyn ha confermato di essere un narratore degno della grande tradizione russa dell'Ottocento. La vicenda è ambientata nel reparto oncologico di un ospedale: alle prese con un male che raramente perdona, i malati si ritrovano faccia a faccia con se stessi. Cadono le barriere gerarchiche e i ritegni: è il tempo dei bilanci. La stessa corsia ospita, tra gli altri, due personaggi antitetici ed emblematici: Rusanov, burocrate gretto e meschino, rotella efficiente del sistema; e Kostoglotov, l'ex deportato sotto i cui tratti amari e risentiti non è difficile scorgere lo stesso Solzenicyn, e che malgrado le dure prove sofferte non rinuncia a battersi per la dignità e la libertà dell'uomo.

Vicenda corale ricca di personaggi disegnati felicemente, e seguiti con profonda pietà umana, il romanzo si pone tra le opere che scuotono e interrogano drammaticamente il proprio tempo.