«La bufera del coronavirus ha scosso il mondo. In particolare l’Occidente ne esce indebolito, e bisogna domandarsi perché nelle società più avanzate e più ricche l’impatto del virus sia stato così devastante. Il fatto è che gli ultimi vent’anni di globalizzazione e di egemonia neoliberista hanno reso enormemente più fragili le nostre società. Non si tratta solo dell’indebolimento dei sistemi sanitari universalistici. Né soltanto della riduzione del welfare e della spesa sociale. Si tratta della crescita delle diseguaglianze e delle aree di emarginazione. Ma la crisi getta una luce impietosa su un altro aspetto non meno preoccupante. Cioè che società fragili, impaurite, prive di corpi intermedi e impoverite nelle loro basi culturali producono classi dirigenti sempre più casuali e improbabili».
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«La bufera del coronavirus ha scosso il mondo. In particolare l’Occidente ne esce indebolito, e bisogna domandarsi perché nelle società più avanzate e più ricche l’impatto del virus sia stato così devastante. Il fatto è che gli ultimi vent’anni di globalizzazione e di egemonia neoliberista hanno reso enormemente più fragili le nostre società. Non si tratta solo dell’indebolimento dei sistemi sanitari universalistici. Né soltanto della riduzione del welfare e della spesa sociale. Si tratta della crescita delle diseguaglianze e delle aree di emarginazione. Ma la crisi getta una luce impietosa su un altro aspetto non meno preoccupante. Cioè che società fragili, impaurite, prive di corpi intermedi e impoverite nelle loro basi culturali producono classi dirigenti sempre più casuali e improbabili».