La vita di Carl Schmitt (1888-1985) non si è certo svolta in modo lineare. Testimone prima del crollo della monarchia nel 1918 e dei tumulti della Repubblica di Weimar, poi della dittatura nazista e della nascita della Repubblica Federale, i suoi scritti riguardano gli eventi politici e costituzionali di ognuno di questi periodi; è a contatto con la storia traumatica e inesorabile degli anni di Weimar che nascono i suoi studi sulla crisi del liberalismo e del governo parlamentare, così come l'idea di una dittatura costituzionale che possa sanare la paralisi del Reichstag. Come consigliere del governo Hindemburg, Schmitt fornì le giustificazioni teoriche e giuridiche al sistema presidenziale che governò la Germania dal '30 al '33 e, inevitabilmente, agli abusi costituzionali del Terzo Reich. Bendersky ricostruisce per la prima volta, ricorrendo anche a documenti inediti d'archivio, il pensiero politico e giuridico di questo protagonista discusso e controverso della cultura contemporanea, dagli anni dell'insegnamento universitario a Bonn sino ai giorni drammatici del processo di Norimberga. Ne esce un ritratto nitido e multiforme: Carl Schmitt come profeta del totalitarismo e opportunista politico? Vittima della seducente prospettiva di essere il «Kronjurist» del Terzo Reich? L'ipotesi conclusiva di Bendersky è che, malgrado i compromessi e l'esilità dei suoi principi morali, Schmitt non abbia gettato le fondamenta giuridiche del nazismo, bensì nutrito la speranza di poter dirigere gli sviluppi costituzionali del regime hitleriano su un piano più conservatore e meno radicale.
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La vita di Carl Schmitt (1888-1985) non si è certo svolta in modo lineare. Testimone prima del crollo della monarchia nel 1918 e dei tumulti della Repubblica di Weimar, poi della dittatura nazista e della nascita della Repubblica Federale, i suoi scritti riguardano gli eventi politici e costituzionali di ognuno di questi periodi; è a contatto con la storia traumatica e inesorabile degli anni di Weimar che nascono i suoi studi sulla crisi del liberalismo e del governo parlamentare, così come l'idea di una dittatura costituzionale che possa sanare la paralisi del Reichstag. Come consigliere del governo Hindemburg, Schmitt fornì le giustificazioni teoriche e giuridiche al sistema presidenziale che governò la Germania dal '30 al '33 e, inevitabilmente, agli abusi costituzionali del Terzo Reich. Bendersky ricostruisce per la prima volta, ricorrendo anche a documenti inediti d'archivio, il pensiero politico e giuridico di questo protagonista discusso e controverso della cultura contemporanea, dagli anni dell'insegnamento universitario a Bonn sino ai giorni drammatici del processo di Norimberga. Ne esce un ritratto nitido e multiforme: Carl Schmitt come profeta del totalitarismo e opportunista politico? Vittima della seducente prospettiva di essere il «Kronjurist» del Terzo Reich? L'ipotesi conclusiva di Bendersky è che, malgrado i compromessi e l'esilità dei suoi principi morali, Schmitt non abbia gettato le fondamenta giuridiche del nazismo, bensì nutrito la speranza di poter dirigere gli sviluppi costituzionali del regime hitleriano su un piano più conservatore e meno radicale.