Con questo lavoro Lesage inaugura un nuovo genere letterario: il
romanzo di costume. È attualissimo: nato per irridere alla
corsa agli onori e ai favori del gran mondo, propone come
antidoto ai rivoltanti intrighi e soprusi della vita pubblica,
un’esistenza semplice in mezzo alla natura, ed auspica la
frugalità. Il protagonista è un tipo inedito di «antieroe»
amabile e vanesio, che, ottenuta una certa dose di prestigio
ambiguo e redditizio, «rinuncia a sfruttare e accumulare».
Il racconto è un susseguirsi di colpi d’obiettivo e
di sketches briosi, con qualche superfluo inserto
fumettistico. Gli argomenti non si discostano molto da quelli
ricorrenti nelle nostre rubriche televisive: dalle disquisizioni
culturali ai raggiri sensazionali ed agli illeciti arricchimenti,
dall’autostop giovanile alle rapine a mano armata ed ai sequestri
di persona; né mancano la disamina dei sistemi pedagogici, gli
erotismi venali, gli amori a prima vista o i retroscena degli
spettacoli.La comicità è misurata, mai forzata né prevedibile.
Scaturisce dalle circostanze in cui s’impigliano i personaggi.
E pervade l’opera tutta di un’ironia senza livori, che
svelenisce gli animi. Leggendolo, s’impara a ridere senza
cattiveria, come quando, guardandoci allo specchio, facciamo al
nostro volto tronfio o preoccupato un sberleffo distensivo.
Description:
Il racconto è un susseguirsi di colpi d’obiettivo e di sketches briosi, con qualche superfluo inserto fumettistico. Gli argomenti non si discostano molto da quelli ricorrenti nelle nostre rubriche televisive: dalle disquisizioni culturali ai raggiri sensazionali ed agli illeciti arricchimenti, dall’autostop giovanile alle rapine a mano armata ed ai sequestri di persona; né mancano la disamina dei sistemi pedagogici, gli erotismi venali, gli amori a prima vista o i retroscena degli spettacoli.La comicità è misurata, mai forzata né prevedibile. Scaturisce dalle circostanze in cui s’impigliano i personaggi. E pervade l’opera tutta di un’ironia senza livori, che svelenisce gli animi. Leggendolo, s’impara a ridere senza cattiveria, come quando, guardandoci allo specchio, facciamo al nostro volto tronfio o preoccupato un sberleffo distensivo.