Il rumore del tempo

Julian Barnes

Language: Italian

Publisher: EINAUDI

Published: Sep 5, 2016

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Dmitrij Sostakovic ha gia riscosso successi in patriae in mezzo mondo quando il compagno Stalinin persona emette l'inappellabile condanna:la sua non è musica, è solo caos.

Da quel momento la vita del «nemico del popolo»Sostakovic non è che una foglia al vento, e la suaanima assediata dalla paura, il campo di battagliafra codardia ed eroismo. Nella speranza che la suaarte sappia resistere al rumore del tempo.

La mattina del 29 gennaio 1936 la terzapagina della «Pravda» commentava larecente esecuzione al Bol'soj della LadyMacbeth del distretto di Mcensk di DmitrijSostakovic titolando Caos anziché musicae accusando l'opera di accarezzare «ilgusto morboso del pubblico borghese conuna musica inquieta e nevrastenica». Nonsi trattava solo della recensione negativacapace di rovinare la giornata di un artista.

Neppure della stroncatura in gradodi distruggergli la carriera. Nell'Età delterrore del compagno Stalin un editorialedel genere, e il conseguente stigma dinemico del popolo, poteva interromperela vita stessa.

E dunque puntuale, per il celebreSostakovic, giunge il primo di una seriedi colloqui con il Potere. È una trappolasenza vie d'uscita, quella che gli si tende- piegarsi alla delazione o soccombere -, eSostakovic si dispone all'attesa dell'ineluttabile.

Al calar della notte, per dieci notticonsecutive, esce dall'appartamento chedivide con la moglie Nita e la figliolettaGalja e si sistema accanto all'ascensore chepresumibilmente portera i suoi aguzzini,meditando fino all'alba sul suo destino equello del suo tempo.

Ma le vie dei regimi sono imperscrutabili,l'interrogatore può facilmente trasformarsiin interrogato e il reprobo salvarsi,addirittura essere «perdonato». Edunque la musica di Sostakovic può tornarea circolare e il suo nome a rappresentarequello del suo paese nel mondo.

Un abisso di paura e umiliazione parrebbescampato, ma è proprio allora che il Potere alza la posta e impone una nuovaresa. Una volta e un'altra ancora.

Sostakovic è ormai vecchio e nauseatodi compromessi quando apprende la suaultima verità: che «essere un vigliacconon è facile. Molto più facile essere uneroe. A un eroe basta mostrarsi coraggiosoper un istante: quando estrae la pistola,quando lancia la bomba, attiva il detonatore,fa fuori il tiranno e poi se stesso.

Essere un vigliacco significa invece imbarcarsiin un'impresa che dura una vita.

Richiede costanza, fermezza, impegno anon cambiare, il che si risolve in una certaqual forma di coraggio». Un coraggiominore e vergognoso, certo, al cospettodei «facili» martiri di contemporanei comeOsip Mandel'stam.

Uno per sentire, uno per ricordare,uno per bere, recita un proverbio tradizionale.

A Sostakovic tocca sentire, ognisuono una nota, e sperare che il rumoredel tempo, ogni suo spaventoso bercio euntuoso bisbiglio, finisca per dissolversiconsegnando ai posteri solo la musicadi Dmitrij Dmitrievic Sostakovic. La suamusica e nient'altro.