1948 Thornton Wilder, versatile scrittore americano di romanzi e commedie di successo, pubblicò Idi di marzo: un romanzo epistolare o, se si vuole, documentario, che si propone di ricostruire l'ultimo anno della vita di Cesare e culmina nella scena dell'uccisione di lui in Senato, ad opera dei celebri congiurati il 15 marzo del 44 a.C. Libro documentario s'è detto. Infatti l'ambizione di Wilder è di costruire un racconto unicamente attraverso la sequenza di lettere o frammenti di lettere o di lettere-diario, come talvolta l'autore definisce questi falsi documenti. L'interesse dominante di questo autore, come del Claudio di Graves, o delle Vite immaginarie (1896) di Marcel Schwob è l'aspetto scandaloso dello stile di vita della élite sociale tardo-repubblicana. Si potrebbe indicare un elemento che differenzia nettamente il romanzo storico ottocentesco da questi esperimenti novecenteschi. Per lo più il romanzo storico ottocentesco racconta direttamente la grande storia, nella quale ad un certo punto immette, fa entrare in scena, personaggi fittizi. Così accade da Walter Scott a Manzoni, da Hugo a Tolstoj. Invece nei romanzi storici novecenteschi, specie questi che hanno come oggetto l'antichità classica, la manipolazione creativa investe gli stessi personaggi storici; è il dato storico che viene trasformato ed i personaggi storici diventano essi stessi loquacissimi attori del romanzo. (dalla nota di Luciano Canfora)
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1948 Thornton Wilder, versatile scrittore americano di romanzi e commedie di successo, pubblicò Idi di marzo: un romanzo epistolare o, se si vuole, documentario, che si propone di ricostruire l'ultimo anno della vita di Cesare e culmina nella scena dell'uccisione di lui in Senato, ad opera dei celebri congiurati il 15 marzo del 44 a.C. Libro documentario s'è detto. Infatti l'ambizione di Wilder è di costruire un racconto unicamente attraverso la sequenza di lettere o frammenti di lettere o di lettere-diario, come talvolta l'autore definisce questi falsi documenti. L'interesse dominante di questo autore, come del Claudio di Graves, o delle Vite immaginarie (1896) di Marcel Schwob è l'aspetto scandaloso dello stile di vita della élite sociale tardo-repubblicana. Si potrebbe indicare un elemento che differenzia nettamente il romanzo storico ottocentesco da questi esperimenti novecenteschi. Per lo più il romanzo storico ottocentesco racconta direttamente la grande storia, nella quale ad un certo punto immette, fa entrare in scena, personaggi fittizi. Così accade da Walter Scott a Manzoni, da Hugo a Tolstoj. Invece nei romanzi storici novecenteschi, specie questi che hanno come oggetto l'antichità classica, la manipolazione creativa investe gli stessi personaggi storici; è il dato storico che viene trasformato ed i personaggi storici diventano essi stessi loquacissimi attori del romanzo. (dalla nota di Luciano Canfora)