Tra i numerosi omaggi che il poeta della Divina Commedia ha ricevuto in questo settecentesimo anniversario, non tra i meno singolari è questa metàfrasi, o riscrittura dell’Inferno (tutti i 4720 versi, più il commento) in forma di lipogramma in a: seguendo cioè la regola costrittiva di non utilizzare mai la lettera a.
Fedele al principio base dell’OPLEPO, l’Opificio di Letteratura Potenziale (una regola autoimposta sviluppa la creatività), il più grande poeta cavalleresco contemporaneo si cimenta in quello che è probabilmente il più lungo lipogramma in versi mai scritto dai tempi del poeta ellenistico Nestore di Laranda, autore di una Iliade mancante di una lettera.
Non caricatura né derisione, ma umile sequela dell’arditissimo viaggiatore nell’Aldilà: ecco il Divino Intreccio.
Stefano Tonietto (Padova, 1960), fondatore e unico esponente del movimento del Futilitarismo, ha una singolare propensione per le opere superflue e inutili. È autore del poema comicavalleresco in ottave Olimpio da Vetrego (Inchiostro 2010 e Delmiglio 2019) e di Letteratura latina inesistente (Quodlibet Compagnia Extra 2017). Ha curato, dopo averne reperito il manoscritto autografo, la prima edizione a stampa di un poeta macaronico sconosciuto del tardo Settecento, Antonio Tosetti (Amici di Merlin Cocai, 2019). Suoi racconti e parodie poetiche sono apparsi sulle riviste Nuova Tèchne, Il Furore dei Libri e Paragone; ha collaborato con i “microeditori” FUOCOfuochino e Babbomorto. Un suo saggio dantesco (Dante e Antonio: indagine sopra un’assenza) è stato ospitato dalla rivista “Studi Italiani”, (n. 56, luglio-dicembre 2016). È membro dell’OPLEPO dal 2019.
L’OPLEPO, nato a Capri nel 1990 sulla scia dell’omologo francese OULIPO (Ouvroir de Littérature Potentielle), cui parteciparono Raymond Queneau, Georges Perec e Italo Calvino, è un laboratorio che sperimenta strutture, procedimenti, giocosi e divertenti, che hanno la capacità di produrre potenzialmente altri testi. L’obiettivo resta quello di inventare nuove regole, nuove contraintes, che obbligano lo scrittore a trovare soluzioni innovative sul piano linguistico e che, in definitiva, risultano propizie e generose. Per Queneau gli oulipiani sono come topi che costruiscono da sé un labirinto dal quale si propongono di uscire.
Description:
«O voi che siete di ’ntelletti illesi,
tenete d’occhio il senno che s’effonde
sotto il velo dei versi, se compresi!»
Divino Intreccio, Inferno, IX, 61-63
Tra i numerosi omaggi che il poeta della Divina Commedia ha ricevuto in questo settecentesimo anniversario, non tra i meno singolari è questa metàfrasi, o riscrittura dell’Inferno (tutti i 4720 versi, più il commento) in forma di lipogramma in a: seguendo cioè la regola costrittiva di non utilizzare mai la lettera a.
Fedele al principio base dell’OPLEPO, l’Opificio di Letteratura Potenziale (una regola autoimposta sviluppa la creatività), il più grande poeta cavalleresco contemporaneo si cimenta in quello che è probabilmente il più lungo lipogramma in versi mai scritto dai tempi del poeta ellenistico Nestore di Laranda, autore di una Iliade mancante di una lettera.
Non caricatura né derisione, ma umile sequela dell’arditissimo viaggiatore nell’Aldilà: ecco il Divino Intreccio.
Stefano Tonietto (Padova, 1960), fondatore e unico esponente del movimento del Futilitarismo, ha una singolare propensione per le opere superflue e inutili. È autore del poema comicavalleresco in ottave Olimpio da Vetrego (Inchiostro 2010 e Delmiglio 2019) e di Letteratura latina inesistente (Quodlibet Compagnia Extra 2017). Ha curato, dopo averne reperito il manoscritto autografo, la prima edizione a stampa di un poeta macaronico sconosciuto del tardo Settecento, Antonio Tosetti (Amici di Merlin Cocai, 2019). Suoi racconti e parodie poetiche sono apparsi sulle riviste Nuova Tèchne, Il Furore dei Libri e Paragone; ha collaborato con i “microeditori” FUOCOfuochino e Babbomorto. Un suo saggio dantesco (Dante e Antonio: indagine sopra un’assenza) è stato ospitato dalla rivista “Studi Italiani”, (n. 56, luglio-dicembre 2016). È membro dell’OPLEPO dal 2019.
L’OPLEPO, nato a Capri nel 1990 sulla scia dell’omologo francese OULIPO (Ouvroir de Littérature Potentielle), cui parteciparono Raymond Queneau, Georges Perec e Italo Calvino, è un laboratorio che sperimenta strutture, procedimenti, giocosi e divertenti, che hanno la capacità di produrre potenzialmente altri testi. L’obiettivo resta quello di inventare nuove regole, nuove contraintes, che obbligano lo scrittore a trovare soluzioni innovative sul piano linguistico e che, in definitiva, risultano propizie e generose. Per Queneau gli oulipiani sono come topi che costruiscono da sé un labirinto dal quale si propongono di uscire.