Verso il mistero è una raccolta di sei novelle pubblicata nel 1904 e baciata, come tutte le opere di Cordelia, da un grande consenso di pubblico e di critica. I due racconti scelti e riproposti hanno una prosa musicale e immediata che percorre le tenebre e i prodigi della mente umana, fra il do-lore e la pietra. Alla letterata ottocentesca si accorda una tendenza romantica di natura sociale, la predilezione per la virulenza e il dominio dei sentimenti, che tratteggia nella quotidianità dei borghese e del popolino su cui innesta la gemma del mistero. Fa capo la sfera, allora in fase pionieristica, della Psicanalisi. Con un tocco fiabesco l'autrice turba gli animi e le convenzioni, e tutti i personaggi vanno verso le zone d'ombra o di luce del loro destino con un realismo dolcemente esistenziale. "Difficile," dice sem be nel li, "non cader nella dolce trappola di questa fattucchiera delle lettere". Apparato critico di Silvia sbaffoni, con una nota di Nicoletta prestifilippo. Cordelia, nome d'arte di Virginia tedeschi, nasce a Verona nel 1849. A contatto con le lettere fin da pic-cola grazie a precettori prestigiosi, dal 1879 pubblica manuali, romanzi, raccolte di novelle e narrativa per ragazzi, diventando presto la signora delle fiabe ita-liana. Il suo piccoli eroi arriva alla Sessanta due si ma e-dizione. Presidentessa del Comitato lombardo pro suf-fragio femminile, co-fondatrice del Lyceum di Milano, contemporanea di Ibsen, di Flaubert, di Zola, dosto-evskij; nel suo salotto letterario accoglie i massimi au-tori e intellettuali del tempo, da Verga a D'Annunzio, da Carducci a Freud. È fra le prime donne a parlare di divorzio, di Psicanalisi, di diritto all'istruzione; nel '16 scrive il manifesto del femminismo tricolore e muovere, a Milano, quattro settimane più tardi.
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Verso il mistero è una raccolta di sei novelle pubblicata nel 1904 e baciata, come tutte le opere di Cordelia, da un grande consenso di pubblico e di critica. I due racconti scelti e riproposti hanno una prosa musicale e immediata che percorre le tenebre e i prodigi della mente umana, fra il do-lore e la pietra. Alla letterata ottocentesca si accorda una tendenza romantica di natura sociale, la predilezione per la virulenza e il dominio dei sentimenti, che tratteggia nella quotidianità dei borghese e del popolino su cui innesta la gemma del mistero. Fa capo la sfera, allora in fase pionieristica, della Psicanalisi. Con un tocco fiabesco l'autrice turba gli animi e le convenzioni, e tutti i personaggi vanno verso le zone d'ombra o di luce del loro destino con un realismo dolcemente esistenziale. "Difficile," dice sem be nel li, "non cader nella dolce trappola di questa fattucchiera delle lettere". Apparato critico di Silvia sbaffoni, con una nota di Nicoletta prestifilippo. Cordelia, nome d'arte di Virginia tedeschi, nasce a Verona nel 1849. A contatto con le lettere fin da pic-cola grazie a precettori prestigiosi, dal 1879 pubblica manuali, romanzi, raccolte di novelle e narrativa per ragazzi, diventando presto la signora delle fiabe ita-liana. Il suo piccoli eroi arriva alla Sessanta due si ma e-dizione. Presidentessa del Comitato lombardo pro suf-fragio femminile, co-fondatrice del Lyceum di Milano, contemporanea di Ibsen, di Flaubert, di Zola, dosto-evskij; nel suo salotto letterario accoglie i massimi au-tori e intellettuali del tempo, da Verga a D'Annunzio, da Carducci a Freud. È fra le prime donne a parlare di divorzio, di Psicanalisi, di diritto all'istruzione; nel '16 scrive il manifesto del femminismo tricolore e muovere, a Milano, quattro settimane più tardi.