Sul segno ə, proposto per evitare di usare il genere grammaticale (ritenuto offensivo), si scrive e si dice molto. Ben poco di ciò che si scrive e si dice è però supportato dalla scienza: piuttosto è sostenuto dalle dichiarazioni di influencer, attivisti e sedicenti esperti in cerca di consensi. I fautori del linguaggio inclusivo sembrano dare per scontato che la lingua influenzi il pensiero e plasmi la società; ugualmente, sembra che non ci sia discussione sul fatto che la lingua sia sessista e renda quindi sessisti anche i suoi parlanti. In realtà, all’interno della comunità scientifica, il dibattito è tutt’altro che chiuso, e queste affermazioni sono lontane dall’essere dimostrate: l’intento di questo volume è di fornire ai lettori una difesa dalla disinformazione continua da cui sono bersagliati.
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Sul segno ə, proposto per evitare di usare il genere grammaticale (ritenuto offensivo), si scrive e si dice molto. Ben poco di ciò che si scrive e si dice è però supportato dalla scienza: piuttosto è sostenuto dalle dichiarazioni di influencer, attivisti e sedicenti esperti in cerca di consensi. I fautori del linguaggio inclusivo sembrano dare per scontato che la lingua influenzi il pensiero e plasmi la società; ugualmente, sembra che non ci sia discussione sul fatto che la lingua sia sessista e renda quindi sessisti anche i suoi parlanti. In realtà, all’interno della comunità scientifica, il dibattito è tutt’altro che chiuso, e queste affermazioni sono lontane dall’essere dimostrate: l’intento di questo volume è di fornire ai lettori una difesa dalla disinformazione continua da cui sono bersagliati.