La riunificazione della Germania. Uno dei più grandi successi della nuova Europa sorta dal crollo del muro di Berlino? La realtà è ben diversa. Questo libro la racconta nel dettaglio. E dimostra che la storia di questa annessione è anche la storia dell’Europa dei nostri anni. Ancora oggi, a quasi 25 anni dal crollo del Muro, la distanza economica e sociale tra le due parti della Germania continua ad accentuarsi, nonostante massicci trasferimenti di denaro pubblico dalle casse del governo federale tedesco e da quelle dell’Unione Europea. Sulla base di una ricerca scrupolosa, condotta attraverso i dati ufficiali e le testimonianze dei protagonisti, l’economista Vladimiro Giacché svela come la riunificazione delle due Germanie abbia significato la quasi completa deindustrializzazione dell’ex Germania Est, la perdita di milioni di posti di lavoro e un’emigrazione di massa verso Ovest che perdura tuttora, spopolando intere città. La storia di questa unione che divide è una storia che parla direttamente al nostro presente. Essa comincia infatti con la decisione di attuare subito l’unione monetaria tra le due Germanie, prima di aver attuato la necessaria convergenza tra le economie dell’Ovest e dell’Est. L’unione monetaria ha accelerato i tempi dell’unione politica, ma al prezzo del collasso economico dell’ex Germania Est. Allo stesso modo la moneta unica europea, introdotta in assenza di una sufficiente convergenza tra le economie e di una politica economica comune, è tutt’altro che estranea alla crisi che sta investendo i paesi cosiddetti “periferici” dell’Unione Europea. Il libro di Giacché si conclude quindi con un esame approfondito delle lezioni che l’Europa di oggi può trarre dalle vicende tedesche degli anni Novanta. Vladimiro Giacché è nato a La Spezia nel 1963. Ha studiato nelle università di Pisa e di Bochum (Germania) ed è stato allievo della Scuola Normale di Pisa, dove si è laureato e perfezionato in Filosofia. È dirigente di Sator e presidente del Centro Europa Ricerche. Autore di diversi volumi e di numerosi saggi di argomento filosofico ed economico, ha di recente pubblicato K. Marx, Il capitalismo e la crisi. Scritti scelti (2010), La fabbrica del falso. Strategie della menzogna nella politica contemporanea (2011) e Titanic Europa. La crisi che non ci hanno raccontato (2012), di cui è in corso di pubblicazione l’edizione in lingua tedesca. Suoi articoli sono apparsi su «Il Fatto Quotidiano», «Linus» e «Micromega».
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La riunificazione della Germania. Uno dei più grandi successi della nuova Europa sorta dal crollo del muro di Berlino? La realtà è ben diversa. Questo libro la racconta nel dettaglio. E dimostra che la storia di questa annessione è anche la storia dell’Europa dei nostri anni. Ancora oggi, a quasi 25 anni dal crollo del Muro, la distanza economica e sociale tra le due parti della Germania continua ad accentuarsi, nonostante massicci trasferimenti di denaro pubblico dalle casse del governo federale tedesco e da quelle dell’Unione Europea. Sulla base di una ricerca scrupolosa, condotta attraverso i dati ufficiali e le testimonianze dei protagonisti, l’economista Vladimiro Giacché svela come la riunificazione delle due Germanie abbia significato la quasi completa deindustrializzazione dell’ex Germania Est, la perdita di milioni di posti di lavoro e un’emigrazione di massa verso Ovest che perdura tuttora, spopolando intere città. La storia di questa unione che divide è una storia che parla direttamente al nostro presente. Essa comincia infatti con la decisione di attuare subito l’unione monetaria tra le due Germanie, prima di aver attuato la necessaria convergenza tra le economie dell’Ovest e dell’Est. L’unione monetaria ha accelerato i tempi dell’unione politica, ma al prezzo del collasso economico dell’ex Germania Est. Allo stesso modo la moneta unica europea, introdotta in assenza di una sufficiente convergenza tra le economie e di una politica economica comune, è tutt’altro che estranea alla crisi che sta investendo i paesi cosiddetti “periferici” dell’Unione Europea. Il libro di Giacché si conclude quindi con un esame approfondito delle lezioni che l’Europa di oggi può trarre dalle vicende tedesche degli anni Novanta. Vladimiro Giacché è nato a La Spezia nel 1963. Ha studiato nelle università di Pisa e di Bochum (Germania) ed è stato allievo della Scuola Normale di Pisa, dove si è laureato e perfezionato in Filosofia. È dirigente di Sator e presidente del Centro Europa Ricerche. Autore di diversi volumi e di numerosi saggi di argomento filosofico ed economico, ha di recente pubblicato K. Marx, Il capitalismo e la crisi. Scritti scelti (2010), La fabbrica del falso. Strategie della menzogna nella politica contemporanea (2011) e Titanic Europa. La crisi che non ci hanno raccontato (2012), di cui è in corso di pubblicazione l’edizione in lingua tedesca. Suoi articoli sono apparsi su «Il Fatto Quotidiano», «Linus» e «Micromega».