31 dicembre 2000: mentre il XX secolo si chiude per sempre, Peter Jarkovic compie novant'anni. Ritiratosi sull'isola di Brazza, di fronte a Spalato, vive ormai "come un misantropo taciturno e pressoché sereno", se non fosse per la vampata di un ultimo desiderio, evanescente come un fuoco d'artificio. Del secolo che sta morendo e che ha attraversato quasi per intero, Peter ha conosciuto le pieghe più nascoste: è stato un agente segreto, votato alla doppiezza e al tradimento. "Un picaro intrepido, perseverante, all'occorrenza flessibile; tetragono alle virtù ingessate che l'annoiavano e lo deprimevano; incapace di servire fino in fondo un solo padrone e una sola ideologia"- è così che si descrive, poco prima che l'apparizione di un volto di donna lo rituffi nella Vienna del 1933, tra il clima rarefatto della Konditorei Demel e le tensioni di un mondo che sta per esplodere. Hitler è appena salito al potere quando il giovane Jarkovic entra nell'Oms, un'organizzazione clandestina del Komintern. A guidarlo non è una vocazione ideologica, ma un improvviso smarrimento, una fatale "distrazione". L'incontro fortuito con Bruno Hamok, un leninista colto e cinico, dà inizio a un percorso di iniziazione, tortuoso e appassionante, che attraverso personaggi indimenticabili, avventure rischiose e furtivi amori ancillari, ci conduce nel cuore nero del Novecento europeo: dall'Austria minacciata dall'Anschluss alla Mosca già raggelata dal terrore staliniano, dalla caserma dell'enigmatico colonnello Ostov alla clinica viennese di un eretico discepolo di Freud. Finché Peter riceve il primo incarico. Insidiosissimo, perché a Zagabria, nella Jugoslavia già dilaniata da feroci conflitti etnici, dovrà fare i conti con se stesso - con il suo passato e la sua identità -, mentre sull'Europa incombe lo spettro della guerra civile spagnola. Concepito come il primo capitolo di un dittico, ma in sé perfettamente compiuto, La distrazione è la prova suprema di un grande scrittore, un affresco di vastissimo respiro, che colpisce per l'eleganza e l'incisività della scrittura, per la capacità analitica di ricreare ambienti e atmosfere, per la ricchezza dei richiami culturali. Lo scenario plumbeo dell'Hotel Lux dei Fantasmi di Mosca e la Dalmazia autobiografica di Esilio rivivono in un romanzo nuovo e sorprendente, che si affida alla voce di un personaggio ambiguo e multiforme, sempre in bilico tra verità e menzogna, per raccontare la grande Storia del Novecento. Che è stata anche una storia di violente e orrende distrazioni.
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31 dicembre 2000: mentre il XX secolo si chiude per sempre, Peter Jarkovic compie novant'anni. Ritiratosi sull'isola di Brazza, di fronte a Spalato, vive ormai "come un misantropo taciturno e pressoché sereno", se non fosse per la vampata di un ultimo desiderio, evanescente come un fuoco d'artificio. Del secolo che sta morendo e che ha attraversato quasi per intero, Peter ha conosciuto le pieghe più nascoste: è stato un agente segreto, votato alla doppiezza e al tradimento.
"Un picaro intrepido, perseverante, all'occorrenza flessibile; tetragono alle virtù ingessate che l'annoiavano e lo deprimevano; incapace di servire fino in fondo un solo padrone e una sola ideologia"- è così che si descrive, poco prima che l'apparizione di un volto di donna lo rituffi nella Vienna del 1933, tra il clima rarefatto della Konditorei Demel e le tensioni di un mondo che sta per esplodere.
Hitler è appena salito al potere quando il giovane Jarkovic entra nell'Oms, un'organizzazione clandestina del Komintern. A guidarlo non è una vocazione ideologica, ma un improvviso smarrimento, una fatale "distrazione". L'incontro fortuito con Bruno Hamok, un leninista colto e cinico, dà inizio a un percorso di iniziazione, tortuoso e appassionante, che attraverso personaggi indimenticabili, avventure rischiose e furtivi amori ancillari, ci conduce nel cuore nero del Novecento europeo: dall'Austria minacciata dall'Anschluss alla Mosca già raggelata dal terrore staliniano, dalla caserma dell'enigmatico colonnello Ostov alla clinica viennese di un eretico discepolo di Freud. Finché Peter riceve il primo incarico. Insidiosissimo, perché a Zagabria, nella Jugoslavia già dilaniata da feroci conflitti etnici, dovrà fare i conti con se stesso - con il suo passato e la sua identità -, mentre sull'Europa incombe lo spettro della guerra civile spagnola.
Concepito come il primo capitolo di un dittico, ma in sé perfettamente compiuto, La distrazione è la prova suprema di un grande scrittore, un affresco di vastissimo respiro, che colpisce per l'eleganza e l'incisività della scrittura, per la capacità analitica di ricreare ambienti e atmosfere, per la ricchezza dei richiami culturali.
Lo scenario plumbeo dell'Hotel Lux dei Fantasmi di Mosca e la Dalmazia autobiografica di Esilio rivivono in un romanzo nuovo e sorprendente, che si affida alla voce di un personaggio ambiguo e multiforme, sempre in bilico tra verità e menzogna, per raccontare la grande Storia del Novecento. Che è stata anche una storia di violente e orrende distrazioni.