La sorte della Divisione "Acqui", decimata dai tedeschi a Cefalonia e a Corf nei giorni successivi all'armistizio dell'8 settembre 1943, da decenni oggetto di studi e di controversie. Perch, a differenza della massima parte delle forze italiane, la "Acqui" rifiut il disarmo e si oppose ai tedeschi? Un eroico atto di resistenza, un sacrificio inutile, una decisione irresponsabile? Le motivazioni e i ruoli dei diversi attori del dramma non appaiono chiari e univoci e ci ha generato una "memoria divisa" su cui si continua a discutere. Anche questo libro, che ricostruisce con rigore la vicenda e il mito che ne seguito, pur avendo riscosso un vasto apprezzamento non ha mancato di suscitare polemiche. Ora ulteriori testimonianze e ulteriore documentazione venuta in luce hanno reso possibile questa nuova edizione arricchita che risponde in maniera ancor pi circostanziata ai tanti interrogativi posti dalla vicenda. "A Cefalonia non deve essere fatto alcun prigioniero italiano a causa dell'insolente e proditorio contegno da essi tenuto" Il Comando supremo della Wehrmacht, 18 settembre 1943
Description:
La sorte della Divisione "Acqui", decimata dai tedeschi a Cefalonia e a Corf nei giorni successivi all'armistizio dell'8 settembre 1943, da decenni oggetto di studi e di controversie. Perch, a differenza della massima parte delle forze italiane, la "Acqui" rifiut il disarmo e si oppose ai tedeschi? Un eroico atto di resistenza, un sacrificio inutile, una decisione irresponsabile? Le motivazioni e i ruoli dei diversi attori del dramma non appaiono chiari e univoci e ci ha generato una "memoria divisa" su cui si continua a discutere. Anche questo libro, che ricostruisce con rigore la vicenda e il mito che ne seguito, pur avendo riscosso un vasto apprezzamento non ha mancato di suscitare polemiche. Ora ulteriori testimonianze e ulteriore documentazione venuta in luce hanno reso possibile questa nuova edizione arricchita che risponde in maniera ancor pi circostanziata ai tanti interrogativi posti dalla vicenda. "A Cefalonia non deve essere fatto alcun prigioniero italiano a causa dell'insolente e proditorio contegno da essi tenuto" Il Comando supremo della Wehrmacht, 18 settembre 1943