Il clima di incertezza maturato sulla scena globale dopo i tragici eventi dell'invasione russa dell'Ucraina non ha riscontri in epoche recenti. Il nuovo shock intervenuto prima che rientrassero del tutto le conseguenze economiche e sociali della crisi Covid-19, cambiando il segno delle dinamiche in corso: rallentamento della ripresa globale; comparsa di nuove emergenze sociali; nuovi rischi operativi per le imprese. L'aggiornamento annuale di contabilit territoriale del Rapporto fornisce il "consuntivo" della ripresa post-pandemia del 2021, alla quale il Mezzogiorno ha partecipato, anche grazie al contributo delle politiche, fino all'arrivo del nuovo shock. L'esplosione dell'inflazione ha esposto l'economia nazionale a nuove turbolenze con conseguenze economiche e sociali che si prospettano pi problematiche per le famiglie e le imprese meridionali, riaprendo il divario tra Nord e Sud. Nel Rapporto di quest'anno sono centrali i temi del sociale, del lavoro e del "gelo" demografico: i divari regionali nelle condizioni di accesso ai diritti di cittadinanza divenuti "insopportabili", con particolare attenzione a quelli, in crescita, nella filiera dell'istruzione; la questione della qualit del lavoro, e quella delle basse retribuzioni, i divari di genere e tra generazioni; lo spopolamento del Sud e le sue conseguenze di lungo periodo per l'economia e la societ. Una parte del Rapporto poi dedicata all'analisi del tessuto industriale del Sud, alle sue minori capacit di ammodernamento tecnologico, che sollecita la necessit di una rinnovata politica industriale ed energetica di accompagnamento al riposizionamento strategico delle imprese meridionali nelle catene del valore, lungo le nuove traiettorie dello sviluppo, green e digitale. Tutte questioni legate a doppio filo alle aspettative di rilancio degli investimenti pubblici e privati associate al PNRR. La priorit accordata dalla "nuova" Europa alla coesione economica, sociale e territoriale, accolta nel PNRR, dovr tradursi in un'effettiva capacit di rispettare le finalit di riequilibrio territoriale superando le criticit fin qui incontrate. Un'occasione, probabilmente irripetibile, per una "ricostruzione" nazionale fondata sugli obiettivi complementari della crescita e della riduzione delle disuguaglianze, riequilibrando le condizioni di accesso ai diritti di cittadinanza e ricomponendo la divaricazione quali-quantitativa tra sistemi produttivi regionali. Obiettivi ambiziosi che dovrebbero investire il complesso delle politiche pubbliche, gestendo opportunamente la coesistenza tra PNRR e politica di coesione europea e nazionale risolvendo lo storico "conflitto" tra politica ordinaria e aggiuntiva.
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Il clima di incertezza maturato sulla scena globale dopo i tragici eventi dell'invasione russa dell'Ucraina non ha riscontri in epoche recenti. Il nuovo shock intervenuto prima che rientrassero del tutto le conseguenze economiche e sociali della crisi Covid-19, cambiando il segno delle dinamiche in corso: rallentamento della ripresa globale; comparsa di nuove emergenze sociali; nuovi rischi operativi per le imprese. L'aggiornamento annuale di contabilit territoriale del Rapporto fornisce il "consuntivo" della ripresa post-pandemia del 2021, alla quale il Mezzogiorno ha partecipato, anche grazie al contributo delle politiche, fino all'arrivo del nuovo shock. L'esplosione dell'inflazione ha esposto l'economia nazionale a nuove turbolenze con conseguenze economiche e sociali che si prospettano pi problematiche per le famiglie e le imprese meridionali, riaprendo il divario tra Nord e Sud. Nel Rapporto di quest'anno sono centrali i temi del sociale, del lavoro e del "gelo" demografico: i divari regionali nelle condizioni di accesso ai diritti di cittadinanza divenuti "insopportabili", con particolare attenzione a quelli, in crescita, nella filiera dell'istruzione; la questione della qualit del lavoro, e quella delle basse retribuzioni, i divari di genere e tra generazioni; lo spopolamento del Sud e le sue conseguenze di lungo periodo per l'economia e la societ. Una parte del Rapporto poi dedicata all'analisi del tessuto industriale del Sud, alle sue minori capacit di ammodernamento tecnologico, che sollecita la necessit di una rinnovata politica industriale ed energetica di accompagnamento al riposizionamento strategico delle imprese meridionali nelle catene del valore, lungo le nuove traiettorie dello sviluppo, green e digitale. Tutte questioni legate a doppio filo alle aspettative di rilancio degli investimenti pubblici e privati associate al PNRR. La priorit accordata dalla "nuova" Europa alla coesione economica, sociale e territoriale, accolta nel PNRR, dovr tradursi in un'effettiva capacit di rispettare le finalit di riequilibrio territoriale superando le criticit fin qui incontrate. Un'occasione, probabilmente irripetibile, per una "ricostruzione" nazionale fondata sugli obiettivi complementari della crescita e della riduzione delle disuguaglianze, riequilibrando le condizioni di accesso ai diritti di cittadinanza e ricomponendo la divaricazione quali-quantitativa tra sistemi produttivi regionali. Obiettivi ambiziosi che dovrebbero investire il complesso delle politiche pubbliche, gestendo opportunamente la coesistenza tra PNRR e politica di coesione europea e nazionale risolvendo lo storico "conflitto" tra politica ordinaria e aggiuntiva.