Nella profonda e larga gola situata in prossimit di Kiev, nota come Babij Jar, fra il 29 e il 30 settembre 1941 le truppe tedesche sterminarono, a colpi d'arma da fuoco, 33.771 ebrei. Si tratta del pi grave eccidio commesso durante il secondo conflitto mondiale. Durante e dopo la guerra il territorio fu modificato, ridisegnato o riconvertito con l'obiettivo di rimuovere i segni fisici del genocidio. Di fronte alla volont di cancellazione del luogo, oggi pressoch definitiva, un ruolo centrale nel processo di trasmissione dei fatti storici, gi a partire dalla fine degli anni quaranta, lo ebbero le arti. Prosa e poesia, musica, architettura e pittura hanno dato forma a una sorta di testo collettivo sapientemente analizzato nel libro grazie al quale l'evento ha potuto conservarsi nonostante le censure, le repressioni, le profanazioni di un regime che non intendeva accettare l'idea che nella guerra contro i popoli sovietici ci fosse stata una "guerra speciale" contro gli ebrei.
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Nella profonda e larga gola situata in prossimit di Kiev, nota come Babij Jar, fra il 29 e il 30 settembre 1941 le truppe tedesche sterminarono, a colpi d'arma da fuoco, 33.771 ebrei. Si tratta del pi grave eccidio commesso durante il secondo conflitto mondiale. Durante e dopo la guerra il territorio fu modificato, ridisegnato o riconvertito con l'obiettivo di rimuovere i segni fisici del genocidio. Di fronte alla volont di cancellazione del luogo, oggi pressoch definitiva, un ruolo centrale nel processo di trasmissione dei fatti storici, gi a partire dalla fine degli anni quaranta, lo ebbero le arti. Prosa e poesia, musica, architettura e pittura hanno dato forma a una sorta di testo collettivo sapientemente analizzato nel libro grazie al quale l'evento ha potuto conservarsi nonostante le censure, le repressioni, le profanazioni di un regime che non intendeva accettare l'idea che nella guerra contro i popoli sovietici ci fosse stata una "guerra speciale" contro gli ebrei.