Franco Serantini conobbe molte celle: dell'orfanotrofio, del collegio, del riformatorio senza colpe se non d'essere orfano e povero sino alla cella numero 7 del carcere Don Bosco di Pisa. Qui mor il 7 maggio 1972. Due giorni prima era stato arrestato ai bordi di una manifestazione antifascista e massacrato da agenti dell'ordine pubblico. Rest ad agonizzare nell'inerzia del magistrato, dei medici, di infermieri, agenti e funzionari della prigione. Poco dopo, alla vita e morte dell'anarchico Serantini, Corrado Stajano dedic uno splendido libro. Raccont la sua storia, si interrog sul conflitto tra i poteri dello Stato e una persona sola e inerme. Mezzo secolo dopo, questo testo rintraccia le carte dei tribunali e degli archivi degli avvocati di parte civile e di singole persone di buona e integra volont, la cui azione fu determinante per impedire che i documenti di un omicidio venissero cancellati. Sono ora depositati e consultabili presso l'archivio della Biblioteca pisana che alla memoria di Franco Serantini intitolata. L dove si decise per un non luogo a procedere, l'indagine storiografica e la ricostruzione del contesto politico portano assai lontano dalle conclusioni dei giudici di allora. L'archivio del caso custodisce i riscontri di un crimine e gli indizi sulle responsabilit. Ma le carte hanno serbato anche, nonostante loro, il testamento politico e morale del ventenne anarchico. E con esso un prezioso sguardo sulla ribellione operaia e studentesca in una delle citt cruciali del lungo Sessantotto italiano, e sulle sue radici nelle culture eretiche marxiste e libertarie di due secoli. E la vita breve e la lunga agonia di Franco Serantini riconducono al destino di Giuseppe Pinelli e alla tormentosa vicenda giudiziaria e storica che da Piazza Fontana arriva ai processi per l'omicidio del commissario Luigi Calabresi.
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Franco Serantini conobbe molte celle: dell'orfanotrofio, del collegio, del riformatorio senza colpe se non d'essere orfano e povero sino alla cella numero 7 del carcere Don Bosco di Pisa. Qui mor il 7 maggio 1972. Due giorni prima era stato arrestato ai bordi di una manifestazione antifascista e massacrato da agenti dell'ordine pubblico. Rest ad agonizzare nell'inerzia del magistrato, dei medici, di infermieri, agenti e funzionari della prigione. Poco dopo, alla vita e morte dell'anarchico Serantini, Corrado Stajano dedic uno splendido libro. Raccont la sua storia, si interrog sul conflitto tra i poteri dello Stato e una persona sola e inerme. Mezzo secolo dopo, questo testo rintraccia le carte dei tribunali e degli archivi degli avvocati di parte civile e di singole persone di buona e integra volont, la cui azione fu determinante per impedire che i documenti di un omicidio venissero cancellati. Sono ora depositati e consultabili presso l'archivio della Biblioteca pisana che alla memoria di Franco Serantini intitolata. L dove si decise per un non luogo a procedere, l'indagine storiografica e la ricostruzione del contesto politico portano assai lontano dalle conclusioni dei giudici di allora. L'archivio del caso custodisce i riscontri di un crimine e gli indizi sulle responsabilit. Ma le carte hanno serbato anche, nonostante loro, il testamento politico e morale del ventenne anarchico. E con esso un prezioso sguardo sulla ribellione operaia e studentesca in una delle citt cruciali del lungo Sessantotto italiano, e sulle sue radici nelle culture eretiche marxiste e libertarie di due secoli. E la vita breve e la lunga agonia di Franco Serantini riconducono al destino di Giuseppe Pinelli e alla tormentosa vicenda giudiziaria e storica che da Piazza Fontana arriva ai processi per l'omicidio del commissario Luigi Calabresi.