La conquista normanna di Sicilia e dell'Italia meridionale l'epopea pi avvincente che ci giunge dal Medioevo. Un pugno di guerrieri poveri chiamati, dal villaggetto di Hauteville in Francia del Nord, a battersi, con la forza, con il coraggio e con l'astuzia, contro bizantini, longobardi, saraceni: l'esempio chiaro di cosa volesse dire in quell'epoca essere cavaliere. E il risultato, strabiliante agli occhi di papi e imperatori, fu l'edificazione in poco pi di un secolo, su terre favorite dalla natura, del regno pi florido e moderno del tempo, guidato da una linea dinastica, gli Altavilla, breve e favolosa. Una storia di uomini, di armi e di bellezza (la bellezza che conosciamo con il nome di stile arabo-normanno), che un romanzo. Ed infatti John Julius Norwich, nel ricostruirla con completa esattezza, ha scelto una via originale, inventando, si pu dire, una storiografia narrativa. Prima dell'arrivo, a met anni Sessanta, di questo gioiello dell'arte di raccontare la storia, perfino il lettore pi accorto non aveva la possibilit di conoscere bene i normanni del Sud nell'anno Mille. Il mio intento spiega l'autore era di presentare al lettore medio un tipo di libro che io stesso avrei voluto leggere in occasione della mia prima visita in Sicilia. Ma fece di pi: con la cordialit, l'interesse e la curiosit che trasmetteva, contribu decisamente alla nascita di una tenace, quasi mitica, visione di un magnifico passato. Norwich lo sintetizza cos: Qui, al centro del Mediterraneo, si trovava il ponte che riuniva Nord e Sud, Est ed Ovest, latini, teutoni, cristiani e musulmani; magnifica inconfutabile testimonianza di un'era di illuminata tolleranza, ignota ovunque nell'Europa medievale e raramente eguagliata nei secoli che seguirono. Un colorato affresco che rappresenta il mescolarsi di culture e genti quale fonte di civilt, ed , in questi anni di migrazioni e trasferimenti, una lezione eloquente. E l'autore lo dipinge da scrittore, con la freschezza, l'entusiasmo, di una scoperta che riguarda gli umani; l'ardore che deriva dal trasporto dello storico verso i luoghi di cui tratta; una scrittura elegante e carica di umorismo, ma priva di superbia e di ogni trucchetto mestierante; l'emozione di un dramma; e lo spettacolo di personaggi grandiosi.
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La conquista normanna di Sicilia e dell'Italia meridionale l'epopea pi avvincente che ci giunge dal Medioevo. Un pugno di guerrieri poveri chiamati, dal villaggetto di Hauteville in Francia del Nord, a battersi, con la forza, con il coraggio e con l'astuzia, contro bizantini, longobardi, saraceni: l'esempio chiaro di cosa volesse dire in quell'epoca essere cavaliere. E il risultato, strabiliante agli occhi di papi e imperatori, fu l'edificazione in poco pi di un secolo, su terre favorite dalla natura, del regno pi florido e moderno del tempo, guidato da una linea dinastica, gli Altavilla, breve e favolosa. Una storia di uomini, di armi e di bellezza (la bellezza che conosciamo con il nome di stile arabo-normanno), che un romanzo. Ed infatti John Julius Norwich, nel ricostruirla con completa esattezza, ha scelto una via originale, inventando, si pu dire, una storiografia narrativa. Prima dell'arrivo, a met anni Sessanta, di questo gioiello dell'arte di raccontare la storia, perfino il lettore pi accorto non aveva la possibilit di conoscere bene i normanni del Sud nell'anno Mille. Il mio intento spiega l'autore era di presentare al lettore medio un tipo di libro che io stesso avrei voluto leggere in occasione della mia prima visita in Sicilia. Ma fece di pi: con la cordialit, l'interesse e la curiosit che trasmetteva, contribu decisamente alla nascita di una tenace, quasi mitica, visione di un magnifico passato. Norwich lo sintetizza cos: Qui, al centro del Mediterraneo, si trovava il ponte che riuniva Nord e Sud, Est ed Ovest, latini, teutoni, cristiani e musulmani; magnifica inconfutabile testimonianza di un'era di illuminata tolleranza, ignota ovunque nell'Europa medievale e raramente eguagliata nei secoli che seguirono. Un colorato affresco che rappresenta il mescolarsi di culture e genti quale fonte di civilt, ed , in questi anni di migrazioni e trasferimenti, una lezione eloquente. E l'autore lo dipinge da scrittore, con la freschezza, l'entusiasmo, di una scoperta che riguarda gli umani; l'ardore che deriva dal trasporto dello storico verso i luoghi di cui tratta; una scrittura elegante e carica di umorismo, ma priva di superbia e di ogni trucchetto mestierante; l'emozione di un dramma; e lo spettacolo di personaggi grandiosi.