Nel XIX secolo. l'«evidenza democratica» s'impose come il potere del parlamento, con due caratteristiche principali: da un lato, il dibattito intellettuale condotto dai tecnici della politica: dall’altro, la pubblicità che nasceva dall’elezione dei parlamentari e dai loro doveri di informazione della loro attività attraverso gli organi di stampa.
Il liberalismo che era alla base del sistema politico presumeva il ricorso alla concorrenza delle idee, alla quale si faceva affidamento per assicurarsi la verità - o quantomeno la correttezza - sulla gestione dello Stato.
Una tale struttura non è forse diventata obsoleta nel momento in cui, all'interno dei parlamenti, non regna più lo stesso criterio di pacifica discussione ma lo scontro di linee politiche rigide fatte proprie da partiti in lotta per l'affermazione del proprio punto di vista? Non si trattò più di un dibattito leale tra diverse opinioni a confronto, ma di una lotta partigiana tesa all'affermazione a ogni costo di determinate tesi. Si può, dunque, parlare di crisi del sistema parlamentare, dal momento che esso non risponde più alle sue vocazioni originarie. La razionalità del sistema è messa in scacco dall'irrazionalità del comportamento dei partiti.
Queste questioni, messe in luce pericolosamente nel contesto degli avvenimenti dell'epoca in cui Schmitt le considerava (tra il 1923 e il 1932), nondimeno restano essenziali anche quando le democrazie liberali hanno mostrato di avere risorse sufficienti a resistere al declino dei parlamenti.
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Nel XIX secolo. l'«evidenza democratica» s'impose come il potere del parlamento, con due caratteristiche principali: da un lato, il dibattito intellettuale condotto dai tecnici della politica: dall’altro, la pubblicità che nasceva dall’elezione dei parlamentari e dai loro doveri di informazione della loro attività attraverso gli organi di stampa.Il liberalismo che era alla base del sistema politico presumeva il ricorso alla concorrenza delle idee, alla quale si faceva affidamento per assicurarsi la verità - o quantomeno la correttezza - sulla gestione dello Stato.
Una tale struttura non è forse diventata obsoleta nel momento in cui, all'interno dei parlamenti, non regna più lo stesso criterio di pacifica discussione ma lo scontro di linee politiche rigide fatte proprie da partiti in lotta per l'affermazione del proprio punto di vista? Non si trattò più di un dibattito leale tra diverse opinioni a confronto, ma di una lotta partigiana tesa all'affermazione a ogni costo di determinate tesi. Si può, dunque, parlare di crisi del sistema parlamentare, dal momento che esso non risponde più alle sue vocazioni originarie. La razionalità del sistema è messa in scacco dall'irrazionalità del comportamento dei partiti.
Queste questioni, messe in luce pericolosamente nel contesto degli avvenimenti dell'epoca in cui Schmitt le considerava (tra il 1923 e il 1932), nondimeno restano essenziali anche quando le democrazie liberali hanno mostrato di avere risorse sufficienti a resistere al declino dei parlamenti.