La notte tra il 20 e il 21 febbraio 1513 la morte pone fine al decennale pontificato di Giulio II Della Rovere, figura cardine del papato rinascimentale, di cui incarna la grandiosità e le contraddizioni. La popolazione romana gli tributò un omaggio senza precedenti: «da quarant'anni che vivo in questa città non ho mai visto una folla così straordinaria al mortorio di un papa», racconta il cerimoniere pontificio Paride de' Grassi. Come sovrano pontefice, politico spregiudicato e sommo mecenate Giulio II rimane uno dei personaggi che maggiormente condizionano l'immaginario collettivo del Rinascimento. Ma quale fu l'immagine che ne ebbero i contemporanei (non solo gli uomini di lettere, i prelati e i professionisti della politica, ma anche il popolo urbano del primo Cinquecento)? Questo volume risponde a tale domanda ricostruendo l'immagine di Giulio II nella sfera pubblica e nella comunicazione politica in vari contesti italiani ed europei (Bologna, Ferrara, Roma, Venezia, Londra e Parigi). Intrecciando i racconti dei cantastorie con i dispacci dei diplomatici, le voci e le canzoni di piazza con i trattati degli umanisti, si delinea un ritratto inedito del «papa guerriero», una rappresentazione in perenne oscillazione tra laude e vituperio, tra guerra e beatitudine.
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La notte tra il 20 e il 21 febbraio 1513 la morte pone fine al decennale pontificato di Giulio II Della Rovere, figura cardine del papato rinascimentale, di cui incarna la grandiosità e le contraddizioni. La popolazione romana gli tributò un omaggio senza precedenti: «da quarant'anni che vivo in questa città non ho mai visto una folla così straordinaria al mortorio di un papa», racconta il cerimoniere pontificio Paride de' Grassi. Come sovrano pontefice, politico spregiudicato e sommo mecenate Giulio II rimane uno dei personaggi che maggiormente condizionano l'immaginario collettivo del Rinascimento. Ma quale fu l'immagine che ne ebbero i contemporanei (non solo gli uomini di lettere, i prelati e i professionisti della politica, ma anche il popolo urbano del primo Cinquecento)? Questo volume risponde a tale domanda ricostruendo l'immagine di Giulio II nella sfera pubblica e nella comunicazione politica in vari contesti italiani ed europei (Bologna, Ferrara, Roma, Venezia, Londra e Parigi). Intrecciando i racconti dei cantastorie con i dispacci dei diplomatici, le voci e le canzoni di piazza con i trattati degli umanisti, si delinea un ritratto inedito del «papa guerriero», una rappresentazione in perenne oscillazione tra laude e vituperio, tra guerra e beatitudine.