Con questo nuovo libro si arricchisce di decisivi capitoli il discorso critico di Blasucci sull'opera leopardiana, iniziato più di trent'anni fa con l'ormai classico Leopardi e i segnali dell'infinito. Al centro di queste ultime ricerche si pone la vicenda interna dell'"idillio", che dai progetti in terza persona ispirati al modello di Teocrito approda ai memorabili componimenti in prima persona, "esprimenti situazioni, affezioni, avventure storiche del mio animo" (L'infinito, Alla luna, La sera del dì di festa). Completano il volume altri approfondimenti (Leopardi e Petrarca, la posizione dei Canti nello spazio mentale del loro autore), nonché alcune incursioni nel Leopardi prosatore (Zibaldone, Epistolario). Infine sono tratteggiati i ritratti critici di cinque insigni maestri degli studi leopardiani.
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Con questo nuovo libro si arricchisce di decisivi capitoli il discorso critico di Blasucci sull'opera leopardiana, iniziato più di trent'anni fa con l'ormai classico Leopardi e i segnali dell'infinito. Al centro di queste ultime ricerche si pone la vicenda interna dell'"idillio", che dai progetti in terza persona ispirati al modello di Teocrito approda ai memorabili componimenti in prima persona, "esprimenti situazioni, affezioni, avventure storiche del mio animo" (L'infinito, Alla luna, La sera del dì di festa). Completano il volume altri approfondimenti (Leopardi e Petrarca, la posizione dei Canti nello spazio mentale del loro autore), nonché alcune incursioni nel Leopardi prosatore (Zibaldone, Epistolario). Infine sono tratteggiati i ritratti critici di cinque insigni maestri degli studi leopardiani.