Siamo nel 2083. Anna ha 110 anni, è ancora vispa, ma inciampa in un tappeto e cade rompendosi il femore; nel giro di una decina di minuti potrà rialzarsi in piedi poiché il femore si è auto-riparato. Come mai? Dall'anno 2070 i grandi anziani assumono nano-particelle autoadesive che vanno a rimpiazzare una parte dei costituenti delle ossa. Questa potrebbe essere un'applicazione futura della nanomedicina, una scienza che impiega dispositivi piccolissimi, programmabili, intelligenti, capaci di svolgere diversi compiti contemporaneamente e già oggi utilizzati per curare o diagnosticare malattie.
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Siamo nel 2083. Anna ha 110 anni, è ancora vispa, ma inciampa in un tappeto e cade rompendosi il femore; nel giro di una decina di minuti potrà rialzarsi in piedi poiché il femore si è auto-riparato. Come mai? Dall'anno 2070 i grandi anziani assumono nano-particelle autoadesive che vanno a rimpiazzare una parte dei costituenti delle ossa. Questa potrebbe essere un'applicazione futura della nanomedicina, una scienza che impiega dispositivi piccolissimi, programmabili, intelligenti, capaci di svolgere diversi compiti contemporaneamente e già oggi utilizzati per curare o diagnosticare malattie.