Pochi sanno che Lenin, il protagonista e simbolo della Rivoluzione d'Ottobre, tra il 1908 e il 1910 trascorse due periodi della sua vita a Capri, già all'epoca considerata una delle più belle isole del mondo, un paradiso terrestre frequentato dai nobili di tutta Europa, dai grandi capitani d'industria, dagli scrittori e dai rifugiati politici. Proprio di fronte ai Faraglioni, dopo la fallita rivoluzione del 1905, si era formata una piccola colonia di esuli russi, riunitisi attorno a Gorkij, scrittore di successo e fiore all'occhiello dei bolscevichi. All'interno di questo gruppo spiccavano alcuni importanti esponenti destinati a ruoli di primo piano nella Rivoluzione, da Bogdanov, responsabile della propaganda culturale del Partito socialdemocratico, a Lunacarskij, fino a Bazarov: una cerchia di intellettuali che darà vita alla cosiddetta Scuola di Capri, vero e proprio laboratorio di formazione per rivoluzionari basato su una concezione antiautoritaria del marxismo, una pericolosa deviazione dall'ortodossia secondo Lenin. Nell'aprile del 1908 Lenin sbarcò per la prima volta al molo di Capri, ufficialmente per un periodo di svago ma in realtà anche per controllare questi rivali interni: vi rimarrà per alcuni mesi, ritornandovi poi nel 1910 e intrecciando relazioni con il gotha dell'aristocrazia europea: dalla potentissima famiglia industriale dei Krupp, il cui capostipite fu coinvolto in uno scandalo sessuale proprio sull'isola e, distrutto nell'immagine, si suicidò, a ricchissime famiglie aristocratiche, dalla regina di Svezia a potenti diplomatici di Londra. Con stile narrativo e brillante, Gennaro Sangiuliano ricostruisce per la prima volta il soggiorno di Lenin sull'isola; ripercorre le sue giornate, tra partite di scacchi, battute di pesca, riunioni con i "compagni", ne delinea i tratti caratteriali, fotografando nitidamente l'atmosfera di quel mondo e gettando nuova luce su una figura fondamentale nella storia del Novecento e su un'élite rivoluzionaria non dissimile, come stile di vita, dal potere che lavorava per abbattere. Grazie a nuovi documenti dei servizi segreti britannici, Sangiuliano traccia alla fine una nuova ipotesi storica: è a Capri che sarebbero iniziati i rapporti fra Lenin e lo stato maggiore tedesco destinati a sfociare nei finanziamenti alla fazione bolscevica e nel famoso viaggio che riportò Lenin in Russia; è nella perla del Mediterraneo che i rivoluzionari russi posero le basi della Rivoluzione d'Ottobre.
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Pochi sanno che Lenin, il protagonista e simbolo della Rivoluzione d'Ottobre, tra il 1908 e il 1910 trascorse due periodi della sua vita a Capri, già all'epoca considerata una delle più belle isole del mondo, un paradiso terrestre frequentato dai nobili di tutta Europa, dai grandi capitani d'industria, dagli scrittori e dai rifugiati politici. Proprio di fronte ai Faraglioni, dopo la fallita rivoluzione del 1905, si era formata una piccola colonia di esuli russi, riunitisi attorno a Gorkij, scrittore di successo e fiore all'occhiello dei bolscevichi. All'interno di questo gruppo spiccavano alcuni importanti esponenti destinati a ruoli di primo piano nella Rivoluzione, da Bogdanov, responsabile della propaganda culturale del Partito socialdemocratico, a Lunacarskij, fino a Bazarov: una cerchia di intellettuali che darà vita alla cosiddetta Scuola di Capri, vero e proprio laboratorio di formazione per rivoluzionari basato su una concezione antiautoritaria del marxismo, una pericolosa deviazione dall'ortodossia secondo Lenin. Nell'aprile del 1908 Lenin sbarcò per la prima volta al molo di Capri, ufficialmente per un periodo di svago ma in realtà anche per controllare questi rivali interni: vi rimarrà per alcuni mesi, ritornandovi poi nel 1910 e intrecciando relazioni con il gotha dell'aristocrazia europea: dalla potentissima famiglia industriale dei Krupp, il cui capostipite fu coinvolto in uno scandalo sessuale proprio sull'isola e, distrutto nell'immagine, si suicidò, a ricchissime famiglie aristocratiche, dalla regina di Svezia a potenti diplomatici di Londra. Con stile narrativo e brillante, Gennaro Sangiuliano ricostruisce per la prima volta il soggiorno di Lenin sull'isola; ripercorre le sue giornate, tra partite di scacchi, battute di pesca, riunioni con i "compagni", ne delinea i tratti caratteriali, fotografando nitidamente l'atmosfera di quel mondo e gettando nuova luce su una figura fondamentale nella storia del Novecento e su un'élite rivoluzionaria non dissimile, come stile di vita, dal potere che lavorava per abbattere. Grazie a nuovi documenti dei servizi segreti britannici, Sangiuliano traccia alla fine una nuova ipotesi storica: è a Capri che sarebbero iniziati i rapporti fra Lenin e lo stato maggiore tedesco destinati a sfociare nei finanziamenti alla fazione bolscevica e nel famoso viaggio che riportò Lenin in Russia; è nella perla del Mediterraneo che i rivoluzionari russi posero le basi della Rivoluzione d'Ottobre.