Egemonia vulnerabile

Gian Enrico, Rusconi

Language: Italian

Published: Sep 14, 2016

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"Ci siamo svegliati e improvvisamente ci siamo accorti di avere un ruolo da leader, almeno in Europa, ma senza averne la voglia. Il paese non aveva la minima idea di che cosa volesse dire avere un ruolo egemone" Joschka Fischer "Dobbiamo convincere il mondo che un'egemonia tedesca in Europa agisce in modo più utile, imparziale e meno dannoso per la libertà che un'egemonia di altri": così scriveva Otto von Bismarck. Per il "cancelliere di ferro" si trattava di un'egemonia consapevole della forza e dei limiti della "potenza di centro" tedesca e quindi della sua vulnerabilità. Oggi naturalmente la Germania agisce in un contesto storico e politico inconfrontabile con quello bismarckiano, innanzi tutto per l'esistenza dell'Unione europea di cui è parte integrante e insostituibile. Ma proprio nel corso dell'attuale crisi economico-finanziaria si è delineata una nuova (sia pur controversa) egemonia tedesca. Di nuovo una "sindrome Bismarck"? La crisi dei rifugiati rischia di portare l'Unione verso la paralisi decisionale e di far perdere a Berlino la capacità di svolgere il suo ruolo di orientamento. "Tutto quello che facciamo in Europa è infinitamente faticoso" dice Angela Merkel. Ancora una volta la Germania si trova a fare i conti con la vulnerabilità della sua egemonia.